domenica 25 giugno 2017

La morte di Rodotà

La morte di Rodotà



Non c’è molto da dire sulla storia di Stefano Rodotà; lo hanno detto (come al solito) a gran voce, come se sempre lo avessero difeso e stimato tutti (solita carnevalata italiana!) e lo diranno fino a quando sarà sepolto (forse!).
Per me, è morto l’uomo che più di chiunque altro abbia rappresentato la vera espressione di libertà: mai ideologico, rigoroso, sguardo limpido! Un punto fermo che ha reso onore con la sua dedizione e onestà intellettuale alla Vera Democrazia. Mi ha fatto comprendere, e amare l’importanza del Diritto a cui tutti abbiamo diritto (spesso giocava con questi termini), e ha introdotto il concetto di amore, quello fatto di passione, in una delle discipline che da sempre vengono accostate alla razionalità, alla freddezza, perché da sempre proposta con l’espressione più grigia, e quindi mai conciliante col sentire comune. Era simpatico, aveva un eloquio bello, fluido, convinto, vicino alle persone. Ho provato un dispiacere enorme quando è stato tradito dalla sua Sinistra: quella che ha contribuito a fare tanti danni, e che continua a farne. Sono certa che sarebbe stato il vero Guardiano della Costituzione, che sarebbe stato un Presidente della Repubblica eccellente, e anche molto amato, forse, più di Pertini, perché più competente, e perché avrebbe difeso il suo Paese forte della sua preparazione e profonda conoscenza del Diritto
Quanto mi mancherà, quanto lo penserò, perché per me è stato il riferimento che avrei voluto trovare in politica, che purtroppo non c’è da troppo tempo; e perché figure come la sua rendono onore alla vita, sono da ammirare, e suggeriscono che si può combattere l’ingiustizia attraverso strumenti che si chiamano LEGGI.
A lui, al Prof. Stefano Rodotà, va tutta la mia stima, affetto e gratitudine, per aver dedicato la sua vita, alla nostra vita.
E’ con estrema emozione che scrivo queste parole di saluto rivolte allo spirito di quest’ uomo di immenso valore che ha accompagnato tutta la mia vita in Italia.