martedì 29 agosto 2017

Ditemi com’è un albero/Decidme cómo es un árbol

de/di Marcos Ana
(trad, Marcela Filippi)
Marcos Ana, poeta spagnolo deceduto 3 giorni fa, fu arrestato all’età di 18 anni dal regime franchista per motivi politici, e rimase in prigione 23 anni. A lui, a questo uomo che non ha mai perso la sua dignità, e non ha mai coltivato l’odio dedico questa mia traduzione all’italiano, dove il poeta nei suoi meravigliosi versi, chiede in modo struggente, di aiutarlo a ricordare come sono lo le cose; i sentimenti, i profumi... La dittatura, non riuscì mai a piegarlo.
Copio qui sotto le parole dello scrittore portoghese José Saramago, che scrisse per lui nel prologo alla sua autobiografia. E vorrei anche osservare che benché si possa subire il fascino di un personaggio (come Fidel Castro) -che sì ha fatto la storia, e ha contribuito a dare un’identità a un continente, senza dubbio -attenendoci alle questioni politiche, tutto andrebbe contestualizzato- era e resterà sempre un dittatore, e in quanto cilena, non posso, e non voglio ignorare, né ora né mai, che una dittatura è pur sempre una dittatura, di qualsiasi colore essa sia, e che i mezzi e gli obiettivi sono sempre i medesimi per privare la gente della proprio libertà. La democrazia, che ha i suoi costi, e le sue falle, è sempre il miglior sistema dove vivere, proprio perché ognuno di noi può scegliere, e se può scegliere, vuol dire che siamo liberi; magari non dai noi stessi , non da quella prigione che è dentro di noi. Spesso siamo infatti, noi i colpevoli di ammirare simboli nefasti, anche a distanza di anni quando il senno del poi, dovrebbe aiutarci a considerare in modo più equilibrato i fatti, e il nostro sentire.
«Ditemi com’è un albero, ditemi com’è la giustizia, non ditemi com’è la dignità. Dite loro com’è un albero, perché il carcere, come un vampiro insaziabile, va suggendo a poco a poco i loro ricordi del mondo esterno, dite loro com’è la giustizia, perché là dove si trovano, tra quattro pareti immonde o davanti al plotone d’esecuzione, essa non è che una caricatura ignobile, una grottesca imitazione, la maschera stessa dell’obbrobrio. Ma non dite loro cos’è la dignità, perché l’hanno conosciuta intimamente, con lei si sono coricati e con lei si sono alzati, hanno mangiato alla sua tavola o le hanno offerto la propria fame, e, ora dopo ora, – affrontando carcerieri e carnefici, stringendo le labbra e i denti sotto gli eccessi della tortura, quegli uomini hanno reinventato la dignità umana nei luoghi in cui, stando al Catone dei criminali, avrebbero dovuto finire per perderla».
«Dicci com’è un albero affinché non dubitiamo che qualcosa nel mondo, fuori da queste mura, continui a combattere contro l’infamia, contro la menzogna, contro la stolta crudeltà dei nemici della vita, dicci com’è e dov’è la giustizia, perché le strappiamo la benda dagli occhi affinché veda, finalmente, a chi, di fatto, è servita, chiunque egli sia; ma non ci dicano com’è la dignità perché lo sappiamo già, perché, perfino quando sembrava non fosse che una parola, noi comprendevamo che si trattava della pura essenza della libertà, nel suo senso più profondo, quello che ci permette di dire, contro l’evidenza stessa dei fatti, che eravamo prigionieri, eppure eravamo liberi».

Decidme como es un árbol,
contadme el canto de un río
cuando se cubre de pájaros,
habladme del mar,
habladme del olor ancho del campo
de las estrellas, del aire
recítame un horizonte sin cerradura
y sin llave como la choza de un pobre
decidme como es el beso de una mujer
dadme el nombre del amor
no lo recuerdo
Aún las noches se perfuman de enamorados
que tiemblan de pasión bajo la luna
o solo queda esta fosa?
la luz de una cerradura
y la canción de mi rosa
22 años, ya olvido
la dimensión de las cosas
su olor, su aroma
escribo a tientas el mar,
el campo, el bosque,
digo bosque
y he perdido la geometría del árbol.
Hablo por hablar asuntos
que los años me olvidaron,
no puedo seguir
escucho los pasos del funcionario.


Ditemi com’è un albero,
raccontatemi il canto di un fiume
quando si copre di uccelli,
parlatemi del mare.
Parlatemi dell’odore ampio della campagna
delle stelle, dell’aria.
Recitami un orizzonte senza serratura
né chiavi, come la capanna di un povero.
Ditemi com’è il bacio di una donna
datemi il nome dell’amore
non lo ricordo.
Le notti ancora si profumano di innamorati
che fremono di passione sotto la luna
o rimane solo questa fossa?
La luce della serratura
e la canzone della mia rosa
22 anni, già dimentico
la dimensione delle cose
il loro odore, il loro aroma
scrivo a tentoni il mare,
la campagna, il bosco
dico bosco
e ho perso la geometria dell’albero.
Parlo per parlare di argomenti
che gli anni hanno cancellato,
non posso seguire
sento i passi della guardia...

venerdì 25 agosto 2017

Papel de Piedra/Carta di Pietra

Fernando Reyes Franzani

(poeta chileno - trad. M.F.P.)


Las Sonseras de como echar abajo a los verdes de ingenuas almas
Texto imaginario para ser escrito en Papel Piedra

Para un título corto y recordable: PAPEL de PIEDRA


Una gran farsa recorre el mundo?
No.
Apenas una pequeñita envuelta en papel de piedra

golpea la esperanza eco lógica
hace cototos en la conciencia y et caéteras escritos en papel
caliza y grumos.

Un texto imaginario debe ser escrito en papel imaginario
cincel crédulo
espátula bonachona

ahora puedes

la mente imaginaria es un papel de piedra
graba y recicla de modo verde /virtual hilario
carcajea

y cuando esfuma: no deja rastros indeseados
sólo arenas y cenizas / virtuosas por lo nulo
donde renacer verde /más risueño que una cotorra
de regresos al punto de entrada
sin rastros perturbadores ni acusetes

(los secretos esfumas en una chancadora)

Graba en él tus culpas y no pesarán para siempre
aventadas en calizas a medida
que las cometes al papel
recuerdo / superados en la broma
gomosa de un silicato timorato:
una limpia basura inexistente.

(No habrán guardias que puedan reconstituirle:
El Imperio salta en una patita excitando sus agencias
inteligentes y embaucadoras)

Una pequeñita farsa recorre el mundo?
envuelta en papel electrónico de pura roca imaginaria
virtual-interneto-revolviendo en torno a su ombligo
hurguetea la esperanza incauta
hace cototos en la conciencia predispuesta
/ y etc. y etc. y et caetera escritos en papel de piedra.

Y no preguntes quién recursos tiene
y tamaña bobería a correr hechas
y videos subes a pescar incautas
y campaña en la virtual virtuosa de afilada

Goza    Goza    Goza
por una sola vez en papel de piedra
entrarás al banquete.

Carbonato de calcio en inglés
en castellano en francés
del año que las pidan:
aquí échemelas mijito
que en papel piedra las envuelvo cuido
carcajeo gozo y mido.

En amarillo alucinas.
En papel piedra grabas virtuoso.
En piedra te carcajean caliza
ángeles morlacos de la risa cagados
hasta el reconcho de sus tripas virtuales.

¿Una pequeña farsa?
¡Qué va! Apenas una virtual farsita anémica
y a más remate: petrificada.


Le stupidaggini di come abbattere i verdi di anime ingenue
Testo immaginario per essere scritto su Carta Pietra

Per un titolo breve e ricordabile: Carta di Pietra 



Una gran farsa percorre il mondo?
No
Appena una piccola avvolta in carta di pietra

colpisce la speranza eco-logica
fa bernoccoli nella coscienza et caeterus scritta su carta
calcarea e grumi.

Un testo immaginario deve essere scritto su carta immaginaria
pennello credulo
spatola bonacciona

ora puoi

la mente immaginaria è una carta di pietra
incide e ricicla di modo verde/virtuale gioioso
ride a crepapelle

e quando sfuma: non lascia tracce indesiderate
solo sabbie e ceneri/virtuose per ciò che è vano
dove rinascere verde/più allegro di un parrocchetto
dai ritorni al punto di entrata
senza tratti perturbatori né accusatori

(i segreti li sfumi in una macina)

Appunta su questa le tue colpe e non peseranno per sempre
scagliate su pietre calcaree man mano
che le commetti sulla carta
ricordo/superate nello scherzo
attaccaticcio di un silicato timorato:
spazzatura pulita inesistente.

(Non ci saranno guardie che possano ricostituirle:
L'Impero salta su una zampetta eccitando i suoi servizi
segreti e abbindolatori)

Una piccola farsa percorre il mondo?
avvolta in una carta elettronica di pura roccia immaginaria
virtuale-internetto-girando intorno al proprio ombelico
spiando la speranza incauta
fa bernoccoli nella coscienza predisposta
/etc ed etc ed etc ed et caeterus scritti su carta di pietra.

E non chiedere chi risorse ha
e tale stupidaggini metti in libertà
e video pubblicati per pescare incaute
e campagna nella virtuale virtuosa di raggiro.


Godi  Godi  Godi
per una volta solo su carta di pietra
entrerai nel banchetto.

Carbonato di calcio in inglese
in castigliano in francese
di qualsiasi anno chiedano:
mettimele qui mio caro
che le avvolgo nella carta di pietra
me la rido godo e misuro.

In giallo allucini.
In carta  pietra virtuoso  appunti.

In pietra ti ridono calcarea
angeli gretti si scompisciano dalle risate
fino a strapparsi le budelle virtuali.

Una piccola faarsa?
Macché! Appena una virtuale farsetta anemica
e per di più: pietrificata.

giovedì 24 agosto 2017

Bambino/Niño

di/de Alda Merini
(trad. Marcela Filippi)

Bambino,
se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
e portino la pace ovunque
e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento.

Niño,
Si encuentras la cometa de tu fantasía
átala con la inteligencia del corazón.
Verás surgir jardines encantados
y tu madre se convertirá en una planta
que te cubrirá con sus hojas.
Haz de tus manos dos blancas palomas
que lleven paz por doquier
y el orden de las cosas.
Pero antes de aprender a escribir
mírate en el agua del sentimiento.

mercoledì 23 agosto 2017

Cuarteta/Quartina

de/di Jorge Luis Borges
(trad. Marcela Filippi P.)

Murieron otros, pero ello aconteció en el pasado,
que es la estación (nadie lo ignora) más propicia a la muerte.
¿Es posible que yo, súbdito de Yaqub Almansur,
muera como tuvieron que morir las rosas y Aristóteles?

Sono morti altri, ma ciò è accaduto nel passato,
che è la stagione (nessuno lo ignora) più propizia alla morte.
E’ possibile che io, suddito di Yaqub Almansur,
muoia come son dovute morire le rose e Aristotele?

I tuoi acini d’oro, i limoni/Tus ácimos de oro, los limones

di/de Alda Merini
(trad. Marcela Filippi)

I tuoi acini d’oro,
i limoni perduti
nel grembo di altre donne
che ti hanno solo sognato.
Capita anche a me, Maestro,
di aver fatto l’amore
con quelli
che non ho mai conosciuto.

Tus ácimos de oro,
los limones perdidos
en el vientre de otras mujeres
que sólo te han soñado.
Me sucede a mí también, Maestro,
de haber hecho el amor
con aquellos
que no he conocido jamás.

Morte di Eugenio Montale/Muerte de Eugenio Montale

di/de Alda Merini
(trad. Marcela Filippi)
E' morto un uomo silenzioso, presente,
un aspersorio di musica,
è morto un mutamento religioso
un uomo che chiudeva le stagioni
e le soffriva morendo...

Ha muerto un hombre silencioso, presente,
un aspersorio de música,
ha muerto una mutación religiosa
un hombre que cerraba las estaciones
y las sufría muriendo...

martedì 22 agosto 2017

EJERCICIO RESPIRATORIO/ESERCIZIO RESPIRATORIO

de/di Gonzalo Rojas

(trad. Marcela Filippi)


                                         Azar
con balbuceo son las líneas de Ilión
en las que está escrito el Mundo, con
balbuceo y tartamudeo y
asfixia, el oleaje
de las barcas exige ritmo, Homero
vio a Dios.


                                     Caso
con balbettio sono le linee di Ilion
nelle quali è scritto il Mondo, con
balbettio e tartagliamento e
asfissia, l'ondosità
delle barche esige ritmo, Omero
vide Dio.

Detrás de ti el día/Dietro di te il giorno

(trad. Marcela Filippi P.)

Profundo es el amor
como profunda es la miseria.
Tosca

Detrás de ti, el día
delante de ti, la noche
con su profundidad y su silencio
porque
profundo es el amor
y más profunda es la miseria
de los cuerpos.


Dietro di te, il giorno
davanti a te, la notte
con la sua profondità e il suo silenzio
perché
profondo è l'amore
e profonda è la miseria
dei corpi.

Aparición de Dioniso/Apparizione Di Dioniso

de/di Miguel Veyrat
(trad. Marcela Filippi)


A veces los vientos acumulan hojas secas
en un rincón del jardín; llegan
desde cada azimut del cielo
empeñados en la lucha por controlar su espacio.
Yo agrupo las hojas con la escoba
de alambre —en movimiento alterno de nada a nada,
mientras pienso en mis propios miembros
desguazados, pensamientos
ya perdidos o inconexos a lo largo de los años
disueltos en materia orgánica.
Acaso también piense en ese otro que me habita
en el espejo —aquél que le hablaba
en griego a Borges
y que desaparece en el arco de ida y vuelta
por la escoba en que me pierdo.
¿Son mis trozos las mismas hojas que arrastro
ahora y renacerán del compost
en la esquina maloliente del jardín? ¿Soy
esa Antígona ese Orfeo que tiembla en el espejo
de Hefesto o sólo su apariencia negativa
en un cuerpo común inevitable?
Hoy he leído en el periódico que ya hemos descifrado
el genoma virtual de nuestros hermanos
neandertales, diseño convertible en cromosomas
auténticos: Pienso que un día
podremos abrazar a alguno —desguazado
injustamente como yo mismo ahora,
hace millones de años.
He llegado barriendo hasta el rincón
del guano: de repente veo el nido
que unas golondrinas construyeron la pasada primavera
en un ángulo del porche
de la casa de mi hija —casa sobre casa,
barro sobre barro
para una misma vida animal. La aparición
me conforta: ya sé que arrojados
al mundo, en esa misma sinrazón reside
nuestro sentido colectivo. Se me aparece ya el abismo
como una mansa marea
que se coloca al fin —al crecer, a mi propio
nivel humano pero siempre en busca del lado nocturno
del espíritu: como la esencia
que retorna hasta si misma en aquello
que ella se niega… Hojas, hierbas, flores
secas de bignonia de oleandro o de plumbago,
pequeños cadáveres de insectos
amontonados, vilanos: la lógica siempre
opuesta a la realidad —logos ensimismado,
espíritu, apariciones: Tan sólo un dios que va a morir.



A volte i venti accumulano foglie secche
in un angolo del giardino; giungono
da ogni azimut del cielo
impegnati nella lotta per il controllo del proprio spazio.
Io raggruppo le foglie con la scopa
di fildiferro -con movimento alterno
dal nulla al nulla, mentre penso
alle mie proprie membra
deteriorate, pensieri
perduti e sconclusionati nel corso degli anni
oramai dissolti in materia organica.
Forse penso a quell'altro che mi abita
nello specchio -quello che parlava
in greco a Borges
e che scompare nell'arco che va e che viene
della scopa nella quale mi perdo.
Sono i miei brandelli le medesime foglie che trascino
ora e rinasceranno dal compost
all'angolo maleodorante del giardino? Sono
quell'Antigone, quell'Orfeo che trema allo specchio
di Efesto o soltanto la sua negativa apparenza
nell' inevitabile corpo comune?
Oggi ho letto sul giornale
che abbiamo già decifrato il genoma virtuale
dei nostri fratelli neandertaliani -disegno
convertibile in cromosomi
autentici: Penso che un giorno
potremo abbracciarne qualcuno -deteriorato
ingiustamente come lo sono io ora,
da milioni di anni. Ho spazzato
fino all'angolo del guano: all'improvviso
vedo il nido che alcune rondini
hanno costruito la scorsa primavera
in un angolo della tettoia della casa
di mia figlia -casa su casa, fango su fango
per una stessa vita animale. L'apparizione
mi conforta: ormai so che scaraventati
nel mondo, nella medesima ingiustizia risiede
la nostra ragione collettiva. Compare già
l'abisso come acqua calma
che si colloca alla fine -crescendo
fino al mio stesso livello umano, ma sempre
alla ricerca del lato notturno
dello spirito: come l'essenza che restituisce
a sé stessa ciò che si nega... Foglie,
erbe, fiori secchi di bignonia
di oleandro o di plumbago, piccoli cadaveri
di insetti ammassati, pappo: la logica
sempre opposta alla realtà -logos
assorto , spirito, apparizioni: Soltanto
un dio che morirà e ancora non lo sa.